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  • Immagine del redattoreRedazione Federpomm

Una nota di riflessione su governance Enasarco

COMUNICATO STAMPA

I peccati veniali di Alfonsino Mei e gli Yankee del mercato

Una piccante replica all’articolo apparso su Advisor del 19 gennaio dal titolo “Enasarco non è un bancomat” del delegato Marucci dell’Assemblea consiliare della Fondazione

Roma 20 gennaio 2018 - Era nell’area che dopo le polemiche nate dall’ultima approvazione delle modifiche al bilancio 2017 e di quello previsionale del 2018 della Fondazione Enasarco senza averne l’unanimità, che qualcuno alzasse la voce e iniziasse ad “abbaiare” con toni arroganti, a volte incomprensibili e privi di una validità scientifica. Con le dichiarazioni di Alfonsino Mei (componete del cda in quota Anasf (sic!) rilasciate ad Advisor a firma del direttore Francesco D’Arco, infatti sembra veder rinascere – come evidenzia Marucci componente dell’assemblea dei delegati - il movimento dei “Muckrakers” c.d. “raccoglitori di fango” sviluppatosi nei primi anni del secolo scorso che crearono non pochi problemi alla stabilità politica del sistema americano di allora. Oggi contestualizzando lo scenario assistiamo alla moda delle fake news.

Il disagio di Mei con le dichiarazioni che l’ “Enasarco non è un bancomat”, nasce probabilmente dall’insoddisfazione che provano alcuni esponenti della cultura manageriale che vorrebbero dominare il sistema di gestione della fondazione secondo criteri legati ad un apparato concettuale che è offerto dalla teoria dominante, non certamente basata su analisi empiriche e su dati storici di quello che è stato l’operato della precedente governance a guida di Boco che – da dati oggettivi - è stata in grado di dare risposte concrete e sodisfacenti al riequilibrio dei conti della stessa Fondazione. Forse Mei – precisa lo stesso Marucci -dimentica il problema vero che non è quello di favorire la svolta alternativa degli investimenti in altri settori vitali dell’economia italiana, se pur apprezzabili in alcuni schemi, ma quello di riuscire a mantenere l’equilibrio finanziario delle prestazioni e la tenuta dell’ente secondo la normativa di legge vigente (50 anni). La gestione garibaldina con cui vengono trasmesse le informazioni all’organo deliberate dell’ente quale appunto è l’assemblea dei delegati, informazioni che sono sempre date “al lumicino” da parte dei vertici – compreso lo stesso Mei – dimostrano come sia venuto meno l’aspetto reputazionale dell’attuale management. Chi prende le decisioni rilevanti – afferma Marucci - e chi le controlla ? Nasce in sostanza il problema della “Governance”, sia in termini di far funzionare efficacemente e correttamente i sistemi di gestione della Fondazione che il suo controllo interno dei processi decisionali.  

Quali storture sta perseguendo l’esponente dell’Anasf – rimarca lo stesso delegato Marucci - con simili dichiarazioni che non hanno una visione organica del problema e della complessità del fenomeno ? quali interessi sottostanti si vogliono tutelare e a vantaggio di chi? Forse è necessario che il componente del cda Mei faccia chiarezza all’interno della sua organizzazione che dichiara di rappresentare e di chi vuole effettivamente tutelare: i gruppi di pressione che premono per modificare i rapporti interni o la vasta platea dei consulenti /agenti già ampiamente sacrificati sull’altare dal complesso sistema previdenziale(vedi silenti, 20 anni di versamenti minimi più età anagrafica per maturare il diritto alla pensione) così strutturato?

Contrariamente alla impostazione di astrattezze e spesso sterili formalismi giuridici – precisa ancora lo stesso Marucci dell’assemblea dei delegati – sulla richiesta inderogabile di apportare modifiche allo statuto dell’ente, è necessario, citando Kelsen , che quando si parla di “rappresentanza”, il rappresentante “sia giuridicamente obbligato ad eseguire le volontà del rappresentato e che l’adempimento di questo obbligo sia giuridicamente garantito”. Non so quanto affermato da Alfonsino Mei, conclude Marucci, sia in grado di tutelare e rappresentare tutto l’universo degli agenti commerciali e dei consulenti finanziari legati ad un soggetto abilitato. Non dimentichiamo mai il fatto che “chi cerca di manipolare, in realtà viene manipolato”. De te fabula narratur ! direbbe il vecchio Marx.

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