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La consulenza come professione, la dignità restituita

  • Immagine del redattore: Redazione Federpomm
    Redazione Federpomm
  • 11 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

bluerating - 11/06/202511:01 Redazione


Pubblichiamo di seguito una recensione del libro di Manlio Marucci, “La consulenza finanziaria come professione”, edito da Lightsky, a firma Cesare Armellini, CEO di Consultique e Presidente di NAFOP.

Caro Manlio,ho letto con grande interesse il tuo volume “La consulenza finanziaria come professione”, anche perché tra le pagine emergono riferimenti puntuali ai miei precedenti lavori sulla consulenza finanziaria indipendente. Questo ha reso la lettura ancora più coinvolgente, quasi un dialogo tra percorsi professionali che si sono incrociati nel tempo. Fin dalle prime pagine è chiaro l’intento di restituire dignità culturale – prima ancora che tecnica – a una professione troppo spesso descritta in modo frammentario e subordinata a logiche distributive.

Il testo offre un’articolata lettura su più livelli: da un lato ripercorre l’evoluzione storica e regolatoria della consulenza, dalle origini dell’albo negli anni ’90 fino alle più recenti sfide rappresentate dall’AI Act; dall’altro si sofferma con attenzione sul confronto internazionale – in particolare con gli Stati Uniti e il Regno Unito – offrendo spunti preziosi per cogliere la natura ibrida del modello europeo. Ancora più interessante è la parte in cui analizzi il ruolo del consulente finanziario da un punto di vista sociologico e culturale: emerge l’urgenza di ricostruire un rapporto fiduciario tra consulente e cliente, fondato su competenza, educazione finanziaria e sostenibilità. È una visione ampia, inclusiva, che supera la mera logica normativa per restituire profondità al senso della professione.

Il capitolo dedicato ai modelli operativi rappresenta, a mio avviso, il cuore pratico del libro. La distinzione tra consulenza generica, personalizzata, indipendente e non indipendente è ben articolata, e il passaggio sulla figura del tied agent è particolarmente attuale. La tua proposta di uniformare criteri e processi (adeguatezza, appropriatezza, gestione del conflitto di interessi) è uno degli snodi fondamentali per la maturazione dell’intero settore.

Tra i punti di forza del tuo lavoro colgo soprattutto l’approccio critico ma costruttivo: non ti limiti a fotografare la realtà, ma suggerisci un percorso di crescita possibile, condiviso e sostenibile. L’esperienza maturata in ambito associativo e sindacale emerge chiaramente e conferisce grande concretezza alle tue argomentazioni. Inoltre, l’attenzione a temi di estrema attualità – come l’intelligenza artificiale, la digitalizzazione dei servizi finanziari, l’educazione e l’inclusione – rende il testo pienamente centrato sulle sfide che ci attendono nei prossimi anni.

Se posso permettermi un’unica osservazione: alcune sezioni più dense, in particolare quelle centrali dedicate ai riferimenti normativi, potrebbero risultare impegnative per un lettore non specialista. Forse, in un’ottica futura, l’inserimento di esempi concreti o schemi illustrativi potrebbe rendere ancora più efficace la comunicazione. Detto questo, la parte conclusiva del libro è molto potente: il richiamo alla responsabilità culturale della professione e alla necessità di un modello condiviso, riconosciuto e funzionale mi trova pienamente d’accordo.

Il tuo libro arricchisce il dibattito e la letteratura di settore. È un contributo prezioso non solo per i professionisti e gli operatori, ma anche per chi – come me – crede da sempre nella costruzione di una consulenza realmente indipendente, evoluta e orientata al benessere del risparmiatore.

Complimenti sinceri, Manlio. La consulenza finanziaria come professione è un tassello importante nel mosaico – ancora in evoluzione – della consulenza italiana ed europea.


 
 
 

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