Le attenzioni rivolte alle recenti vicende italiane e alla realtà del quadro politico rappresentato da commedianti, comici e attori da strapazzo lanciati alla carriera politica dimostrano come la stessa società italiana abbia subito una involuzione storica sul piano culturale e nei conseguenti rapporti sociali di dimensioni preoccupanti.
Un fenomeno che indubbiamente ha radici lontane che richiama il modello della formazione della classe dirigente del paese Italia visto nel quadro generale dei rapporti di forza determinatisi nello sviluppo storico,economico-produttivo, della stratificazione socio-culturale e della struttura dei comportamenti antropologici che ne hanno codificato l’attuale configurazione della rappresentanza del potere.
La realtà del momento in cui le varie forze politiche siano esse di sinistra, centro o di destra, esprimono i loro valori legati ai vari processi di cattura del consenso popolare attraverso l’uso dei mass media e le nuove forme di applicazione della tecnologia avanzata quali i social, dimostra come sia fortemente sentito oggi – soprattutto da parte di chi tiene alla riaffermazione dei valori e principi fondamentali della nostra carta costituzionale – il richiamo a lottare per una radicale sostituzione dell’attuale élite delle forze politiche rappresentate in Parlamento e non vale certamente la pena scomodare Vilfredo Pareto o Robert Michels.
L’attuale assetto della politica italiana – similmente – ci ricorda una vecchia polemica tra la visione data da Lenin durante il processo post rivoluzione d’ottobre del secolo scorso per far affermare – in forte polemica con le tesi sostenute allora da K.Kuatsky e i vari Suchanov – i principi del socialismo e del nuovo modello di organizzazione dello stato, battendosi fortemente contro i “sinistrismi” culturali e burocratici, contro coloro che vogliono bruciare le tappe senza riguardo alla realtà delle cose e delle condizioni storiche e sociali della realtà russa di allora. Constatiamo come alla classe politica italiana manchi quella capacità di analisi e la profondità di pensiero espresso da Lenin nel suo contesto storico, utili a risolvere i veri problemi della società italiana e della stessa classe politica che ci governa.
Alcune domande però sono utili a farci capire la dimensione del fenomeno socio-politico contemporaneo. Quale la matrice specifica di tale dilettantismo, espressione della classe politica italiana? Dove poggia e come si sono diffusi questi nuovi organismi politici che hanno determinato in modo contraddittorio il loro regolare sviluppo e progresso culturale e di ideali senza che abbiamo nel loro interno superato le contraddizioni strutturali del loro fare ?
Una lettura attenta sul piano della sociologia politica della realtà italiana – oggi quanto mai attuale – forse ci è stata data non tanto di recente da F.Ferrarotti nel suo libro “Come muore una classe dirigente”(ed.Ianua) laddove afferma con ciglia asciutta e a denti stretti il requiem della stessa classe politica nell’ accezione allargata di tutto l’apparato dell’establishment,sia governativo del sottogoverno e del para-governo. Mai realtà così oggettivamente espressa nell’attuale contesto della società italiana!.
Quali alternative e quali soluzioni si richiedono per superare questa crisi di identità politico-culturale che coinvolge tutto il tessuto socio-economico e delle varie classi sociali di appartenenza ? Credo sia opportuno ritrovare il senso di una proposta ideal-politica e di convivenza civile che dia valore a tutta la comunità sociale a tutti i livelli di rappresentanza.
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